06/10/2024 – Pastore Angelo Guarino
Dio ha un altro giorno speciale per noi, perché Dio fa cose speciali per noi, perché siamo speciali per lui – è importante ricordarci di essere speciali per Gesù. Sappi che per Lui, sei più importante delle stelle del cielo. Davide, nel Salmo 8, ci dice che durante la notte guarda il cielo e si chiede: “chi sono io, perché ti ricordi di me”. Anche in Geremia, Dio ci dice che ha pensieri di pace per noi.
Stamani consideravo un soggetto, quello di espugnare le fortezze che sono sulla terra. Le fortezze si espugnano con la preghiera e con la preghiera, Dio libera da ogni dipendenza, ansia, dagli attacchi di panico, ecc. queste malattie devono andare via, nel nome di Gesù!
Ognuno di noi, nella vita, ha avuto un attacco di panico o ha avuto un po’ di ansia, ma noi abbiamo l’autorità per gestire queste cose. Ricorda che sei speciale per Dio.
Testimonianza
Sono figlio di un pastore, mio genero è un pastore, ma oggi sono qui per la potenza di Cristo Gesù! In passato ho conosciuto l’eroina e la cocaina e questo ha portato devastazione in me e nella mia famiglia. Questo mi ha portato ansia e prendevo anche degli psicofarmaci. Mio padre predicava il vangelo ed io predicavo la morte. Un giorno una persona mi ha parlato di Gesù, un Gesù che conoscevo ma che avevo sempre allontanato. Poi mi sono arreso! Ero schiavo del diavolo, una sua pedina, ma non erano quelle cose che mi hanno portato nell’oscurità, era quello che ero dentro già prima. Oggi Dio ha cambiato i miei pensieri, ha cambiato la mia vita. Oggi mi ha ridato una famiglia e vivo con Cristo e con la mia famiglia in Cristo. Ho capito che peer rimanere in piedi, dobbiamo stare in ginocchio.
Testimonianza Jacopo
Nasco a Bergamo nelle case popolari, in un quartiere malfamato. In famiglia c’era qualcosa di strano. Ho perso mia madre quando aveva 34 anni a causa dell’eroina quando avevo 3 anni, poi quando avevo 11 anni è morta mia madre e sono rimasto da solo con mio fratello. Ci hanno separato e ci hanno dato in adozione ad una famiglia di ex tossico dipendenti. Poi sono stato sbalzato in case famiglie fino a 18 anni. C’era una maledizione nella mia vita e non me ne rendevo conto. Non andavo a scuola, facevo il ribelle e chiedevo a Dio perché mi avesse tolto la famiglia, tutto ciò che di bello avevo. Non avevo punti di riferimento, né disciplina. Poi vedevo che i miei amici iniziavano a farsi una famiglia, a lavorare, ad avere soldi. In Italia non trovavo lavoro perché avevo la fedina penale sporca, così sono stato all’estero e per 15 anni sono stato a girare per lavorare ed ho imparato qualche lingua, l’inglese, lo spagnolo, un po’ di tedesco. Tutti i soldi che guadagnavo, però, andavano nella droga. Ero circondato di brutte persone, ma in quel momento pensavo fosse quella la felicità: farmi di tutto, eroina, crack, acidi, metadone, psicofarmaci. Ad un certo punto ho deciso di tornare in Italia e costituirmi, in carcere sono riuscito a disintossicarmi, leggendo la Bibbia, per quel poco che conoscevo di Dio. Uscito dal carcere sono tornato nella strada. Lavoravo, ma poi ero in strada come un barbone. Avevo paura, ansia, attacchi di panico. Si possono combattere, ma senza una guida spirituale è difficile. Non sono le case farmaceutiche che ti salvano, ma le persone che hanno un cuore, che vengono a darti una parola di conforto. Dormivo in posti che puzzavano di morte ed io stesso puzzavo di peccato e non riuscivo ad uscirne. Ero incatenato, finché un giorno vado a dormire in una struttura abbandonata e la mattina giro, giro, ma non riesco ad uscire. Così mi inginocchio e chiedo a Dio di aiutarmi. Poi le prime luci del giorno mi fanno vedere una finestra, così la spacco ed esco, ma c’era un giardino enorme e non riuscivo ad uscire. Trovo un cancello, con gli spunzoni e decido di provare, però rimango infilzato con una mano e con una gamba. Perdevo sangue, stavo morendo, ma lì c’è stato un miracolo, Dio ha mandato un’ambulanza ed i pompieri e mi hanno portato in ospedale ed operato. Sono uscito in sedia a rotelle e tornato in strada. Piano piano sono riuscito di nuovo a camminare e Dio ha operato ancora. Le ragazze che mi portavano coperte ed un pasto caldo mi parlavano di Gesù ed un giorno sono andato in chiesa con loro. Ho iniziato a comprendere la potenza della lode, della preghiera, dell’adorazione. Ringrazio Dio per queste persone, come il pastore Angelo Guarino, che aiutano le persone ad uscire dalla droga.
Testimonianza Bruno
Oggi posso dire di essere salvo, ma prima non ero così. Ero schiavo della cocaina e mi stava portando ansia. Mia mamma non vedeva più un figlio, vedeva un demone che voleva solo uscire la notte per farsi. Mia sorella non aveva più un fratello su cui contare. Siamo cresciuti senza un padre ed abbiamo provato l’abbandono. Avevamo un vuoto dentro. Io uscivo a cercare qualcosa che non trovavo in casa, ma in realtà era dentro che non c’era. Mi facevo di droga, poi mi sono aggrappato allo xanax, ma ancora c’era qualcosa che non andava. Poi una mattina tornai a casa e mia madre mi guardò dicendo: “tu non ci sei”. Così ho gridato a Dio e lui mi ha aiutato! Mi sono battezzato con mia sorella e la mia famiglia si è completamente ristabilita. Oggi mia mamma è fiera di me, di avere un figlio che va in giro per l’Italia a predicare il vangelo. Grazie a mia nonna che pregava!
Ci sono tante testimonianze da raccontare, ma ricordatevi che ciò che è importante è ciò che stiamo facendo oggi, non cosa è stato ieri. La cosa più importante, l’abbiamo dentro di noi: Dio. La cosa più importante è la nostra identità in Cristo.
Ogni giorno svolgiamo tante attività ed abbiamo tanti ruoli – fare la mamma, fare il babbo, andare a lavorare – ma la cosa più importante è la famiglia. Non trascuriamo queste tre cose: Dio, famiglia naturale, famiglia spirituale. Se c’è una crisi nella tua vita, vuol dire che stai trascurando una delle tre cose. Ad esempio, se lavori tanto, il diavolo ti ruba il tempo con la tua famiglia. Se lavori tanto, quando torni a casa sei stanco e forse nervoso e non riesci a parlare con i tuoi figli, così ti stai perdendo l’eredità che Dio ti ha dato.
I figli hanno bisogno dei genitori. Conoscete la storia di quel figlio che chiede al padre quando guadagna in un’ora? Il padre gli disse che guadagnava 20 euro, così il bambino chiese 10 euro in prestito al padre. Lui si infuriò, ed il bambino andò a piangere in camera. Dopo un po’ il padre si pente di aver trattato male il figlio e va in camera sua con 10 auro in mano. Il figlio prende i 10 euro dal padre e ne prende altri 10 da sotto il cuscino, e dice al padre che, con questi 20 euro, vorrebbe comprare un ora del suo tempo!
Se non troviamo il tempo per la famiglia, le famiglie si sfasciano. I ragazzi che si sviano, per la maggior parte dei casi, hanno genitori assenti. Molti ci chiedono cosa facciamo quando i ragazzi sono in astinenza e quello che facciamo è amarli, ascoltarli. Ascoltare è molto importante, e tanti sanno solo parlare. Ricordate che abbiamo una sola bocca e due orecchie; imparate ad ascoltare. Una volta ho ascoltato un ragazzo che mi ha raccontato la sua storia. Suo padre si drogava, si bucava davanti a lui ed una volta ha avuto un’overdose, io avevo paura che morisse ed è morto davvero. Aveva detto che non avrebbe mai fatto quello che ha fatto suo padre, ma ora si ritrovava a bucarsi, ad avere due figli ed una moglie che lo stava lasciando. Disse di aver bisogno di Gesù. Ho chiesto a questo ragazzo se si ricordava di un bel ricordo di suo padre. Sì, un giorno lo portò a scuola. Questo ragazzo dette la vita a Gesù. Dobbiamo dire sì a Gesù. Anche in quelle aree in cui non vorremo. Eppure dobbiamo arrendere ogni area a Gesù. Questo ragazzo andò in comunità e ho un video di pochi giorni fa in cui lui torna a casa e chiede a sua figlia di 5 anni di pregare per i cibi. La bambina ha pregato come se fosse un’adulta, pregò che suo padre potesse diventare forte e che Dio desse coraggio a tutta la famiglia.
State aspettando il ritorno di Gesù? Allora parlate di lui! Quando avete una bella notizia, non lo dite a tutti? Allora raccontate a tutti di Lui!
Vi racconto una parte della mia storia. Un giorno, nel 1985, sono stato rapito in cielo ed ho camminato mano nella mano con lui, ma ancora non avevo capito. Lui, per farmi capire, mi portò davanti ad una stanza, ma io non volevo entrarci, perché c’era puzza, era buia. Capii che quella era la stanza del mio cuore e mi disse che andava pulita. Così mi sono inginocchiato, piangendo, ed ho chiesto a Dio di liberarmi. Andai con Dio in questa stanza e l’attraversai. Poi c’era un’altra stanza con Gesù in croce e Dio mi disse che suo figlio Gesù aveva pulito quella stanza. Poi aprì un’altra stanza e c’era una croce vuota, ma non capii, capii dopo. Poi c’era un’altra stanza piena di tesori e mi disse che erano miei. Sapete che siete ricchi?
Dio non si rivela in un giorno. Ogni giorno ti rivela uno dei suoi nomi, con un significato specifico. Se ti dice che si chiama Yeshua, significa che lui è il primo e l’ultimo. Poi domani ti dirà un’altra cosa e ogni giorno ti rivelerà ancora e ancora.
Ero un figlio di genitori drogati, 13 fratelli che si drogavano ed io stesso ricaddi nella droga. Però quando mi drogavo non era più come prima, dopo andavo in chiesa e chiedevo aiuto, ma non sentivo né la presenza di Dio, né l’effetto della droga. Andai dal mio pastore e lui mi portò a Roma perché andavano alla tenda. Quel giorno Dio mi disse che mi avrebbe portato di nuovo in cielo e mi disse che avremo rifatto quel processo fatto l’altra volta.
Tornai a casa e mia sorella di 17 anni stava morendo. Io avevo pace, perché Dio mi disse che non sarebbe morta. Non c’era posto in ospedale così lei rimase con noi una settimana ed ogni giorno le dicevamo che c’era qualcosa che Dio voleva fare nella sua vita. Quando la portarono in ospedale dissero a mia madre che non c’era nulla da fare perché era piena di metastasi. Una volta, mentre era in ospedale, un uomo vestito di bianco disse a mia sorella: “Silvana, io sono Gesù, io sono il dottore dei dottori, se vuoi, io posso guarirti”. Mia sorella gli diede il permesso e lui la guarì all’istante. Gesù gli disse che l’indomani poteva fare la valigia ed andarsene e quando i medici l’avrebbero fermata, lei doveva parlare. Così andò e lei testimoniò di Gesù ai medici, al primario ed a tutti sotto la tenda.
11 E il giorno dopo egli si recò in una città, chiamata Nain; e con lui andavano molti dei suoi discepoli e una grande folla. 12 E quando fu vicino alla porta della città, ecco che si portava a seppellire un morto, figlio unico di sua madre, che era vedova; e una grande folla della città era con lei. 13 Appena la vide, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!». 14 Accostatosi, toccò la bara, e i portatori si fermarono; allora egli disse: «Giovinetto, io ti dico, alzati!». 15 E il morto si mise a sedere e cominciò a parlare. E Gesù lo consegnò a sua madre. 16 Allora furono tutti presi da meraviglia e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto fra noi» e: «Dio ha visitato il suo popolo». 17 E questo detto a suo riguardo si sparse per tutta la Giudea e per tutta la regione all’intorno.
Luca 7:11-17
Dio ti dice stamattina: non piangere. Ci sono lacrime che nessun altro vede, che nessun fazzoletto può asciugare, solo Dio può farlo.
Quando mia sorella guarì, questa notizia andò anche sui giornali, così Dio si fece pubblicità! La scrittura dice che c’era un corteo attorno a questa donna. Un corteo nella città ed un corteo fuori dalla città. Il corteo nella città era lì per supportare una donna che aveva perso un figlio. Fuori dalla città c’erano persone ex ciechi, ex zoppi, ex alcolizzati, ex tossicodipendenti, che stavano con Gesù che li aveva liberati. Gesù aveva appena scelto 12 discepoli, aveva guarito tante persone, fra le quali anche il figlio del centurione. Questa folla stava festeggiando, gridando alleluia, gridando lode al figlio di Dio. In quel contesto, dire che Dio aveva un figlio, era abominevole, come è pazzia oggi gridare che Gesù libera e guarisce. Loro gridavano, perché sapevano chi era Dio, e non gli importava di nient’altro. La donna dal flusso di sangue non si preoccupò del formalismo e degli schemi religiosi, perché sapeva che Gesù stava passando di lì e credeva che Gesù poteva guarirlo.
Abbiamo ancora questa fede? Molti conoscono la scrittura, ma non conoscono lo scrittore! Ricordatevi che lo scrittore della Bibbia è anche il tuo creatore!
Ci sono delle scelte che la vita fa per te, ma altre cose sei tu che devi scegliere di farle, per amarti di più, per volerti più bene, per alzarti di più nella conoscenza di chi sei in Cristo. Io so chi sono in Cristo e posso far cadere tutto ciò che non mi appartiene.
Voglio parlare delle scelte che devi fare. In quale corteo vuoi stare?
Ci sono sempre due parti: luce e tenebre, silenzio e critica, pazienza ed impazienza; c’è chi desidera il cielo e chi no, c’è chi vuole progredire e chi no, c’è chi vuole andare in paradiso e chi vuole andare all’inferno. Una volta abbiamo fatto una maglia che davanti diceva: cosa fare per andare all’inferno, dietro invece c’era scritto: nulla, hai già fatto tutto – hai bisogno di Gesù.
Ci sono cose che accadono e scelte che facciamo. Poi ci rendiamo conto che abbiamo bisogno di Gesù! Lui ti salva, ti libera e ti porta nel corteo della gioia. Io voglio stare lì, in quel corteo.
Quel giorno, c’era un corteo di morte in quella città, ma il corteo di Gesù è arrivato ed ha portato la vita. Non siamo fatti per morire! Le cellule sono nate per fotocopiarsi all’infinito, ma il peccato ci ha portato verso la morte. Quando la donna dal flusso di sangue toccò Gesù, sono sicuro che Dio ha rinnovato le cellule del suo corpo che la stavano portando a quel sanguinamento. Gesù è più forte. Quando arriva Gesù si torna a vivere, perché torna tutto ciò che ci è stato portato via. A volte, però, ci ritroviamo in quel corteo di morte. Allora ci rendiamo conto che abbiamo di nuovo di Gesù in quel luogo dove c’è crisi, dove tu stai vivendo quel momento.
Quando fai tanto bene, può succedere che in un momento hai bisogno tu e nessuno fa qualcosa per te, così ti scoraggi. Ricordati che il bene arriva da Dio, non dalle persone. Fai del bene e dimentica, perché la tua ricompensa viene da Dio. Quando hai fatto del bene e arriva una delusione, metti in una bara la forza, lo stimolo di fare il bene. In quel momento ti trovi in un corteo di morte.
Gesù dice al ragazzo nella bara: “alzati”. Questa parola si trova 14 volte nella Bibbia e si intende di rimettere ordine nella propria vita. Non seppellire i tuoi sogni, non permettere che la tua visione vada al cimitero – il cimitero è il luogo più ricco perché tante persone portano lì il loro potenziale senza usarlo per Dio. Dio stamattina vuole fermare quella bara che sta portando la tua speranza ed il tuo sogno. C’è qualcosa che ti ha fermato, che ti ha deluso. Non hai più quella voglia, quel desiderio di andare in chiesa, di predicare il vangelo, di fare del bene. Dov’è il bene, dov’è l’amore, dov’è la misericordia? Ci sono persone che oggi non possono mangiare, non possono dormire, ci sono figli che hanno genitori che si stanno separando e non sanno se andare da mamma o da papà.
Oggi siamo qui per gridare: giù le mani dal mio corpo, giù le mani da mio marito o da mia moglie, giù le mani dalla mia vita, perché nella mia vita c’è Cristo Gesù!
Molte persone stavano toccando quella donna, ma nessuno poteva fare qualcosa, ma poi è arrivato il tocco di Gesù che ha cambiato tutto! Stamattina Dio vuole ridarti la visione, vuole tirare fuori dalla bara tutto ciò che ti appartiene. Dichiara: “Signore soccorrimi, non voglio stare in quella situazione”. Credi. Credi che Dio può farlo. Dichiara: “I miei figli appartengono a Dio, la mia famiglia appartiene a Dio, io appartengo a Dio!”.