13/10/2019 – Pastore Mascia Bianchi
Nella vita può capitare, in determinate situazioni, che possiamo arrivare a pensare ed a dire: “non c’è più niente da fare. Questa volta è finita, non ce la faccio a rialzarmi.”.
La bella notizia però è che, anche quando sembra che tutto sia finito e che non ci sia più soluzione ai nostri problemi e alle nostre difficoltà, Dio può comunque operare a nostro a favore e cambiare il corso delle cose ma, il requisito richiesto è la fede. È tutta questione di fede e, la fede va costruita.
1 Or in quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della chiesa. 2 E fece morire di spada Giacomo, fratello di Giovanni. 3 E, vedendo che questo era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro (or erano i giorni degli Azzimi). 4 Dopo averlo arrestato, lo mise in prigione e lo affidò alla custodia di quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, intendendo di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua. 5 Ma, mentre Pietro era custodito nella prigione, continue orazioni a Dio erano fatte dalla chiesa per lui.
Atti 12:1-5
Una preghiera continua era fatta dalla chiesa per Pietro.
La chiesa del tempo non era una grande chiesa ma al contrario era una piccola realtà poiché era davvero solo l’inizio della chiesa di Cristo e, molti si riunivano solamente nelle case. La chiesa stava iniziando ad emergere proprio in quel momento storico e, proprio in quel preciso momento si ritrovava qualcosa di molto più grande davanti a sé cioè l’impero romano. L’impero romano, guidato da Erode, era qualcosa di molto forte. Erode aveva infatti sia l’autorità che il potere di far uccidere chiunque lo intralciasse e proprio sotto la leadership di Erode, Pietro fu incarcerato. Erode aveva il potere di uccidere Pietro proprio come aveva già fatto uccidere anche Giacomo.
In confronto all’impero romano quindi, la chiesa poteva risultare qualcosa di molto piccolo ma, la verità è che lo era solo apparentemente, non per niente infatti Erode iniziò a temere poiché molti del popolo iniziarono a seguire Gesù Cristo.
Essere “nelle mani di Erode” in quel tempo significava che davvero “era finita” poiché oltre ad avere lui in prima persona molto potere aveva anche l’appoggio dei giudei che non potevano vedere i credenti del tempo.
La Scrittura però, andando avanti con la lettura di questi passi, ci insegna qualcosa di veramente potente: “possiamo anche trovarci, nel corso della vita, davanti a qualcosa di davvero più forte di noi ma, quando il potere di Dio è con noi, niente e nessuno potrà mai resisterci perché quando Dio decide qualcosa e, stabilisce un piano per la vita di qualcuno, certamente lo porterà a compimento.”.
Erode aveva intenzione di uccidere Pietro perché era ben consapevole che fosse un uomo influente e che quando predicava le persone venivano toccate profondamente e iniziavano a seguire Cristo.
Pietro era un uomo ripieno di Spirito Santo. Colui che era in Pietro (Gesù Cristo) era molto più forte di colui che era in Erode.
Ora, mentre la chiesa stava pregando, in realtà non si trovava nello stesso luogo in cui era rinchiuso Pietro, erano in due luoghi diversi: Pietro si trovava in prigione e la chiesa era riunita in una casa ma, il punto è che quando preghiamo per qualcuno non è necessario essere nello stesso luogo perché le nostre preghiere arrivano comunque.
Mentre la chiesa stava pregando in casa, Dio si stava muovendo in favore di Pietro all’interno della prigione. Quando noi preghiamo, anche se non vediamo, Dio si sta muovendo in nostro favore.
Quando davanti a noi ci troviamo qualcosa di troppo grande, l’unica soluzione a cui possiamo fare appello è la preghiera.
La preghiera è l’arma più potente che un cristiano ha sua disposizione. Non dobbiamo mai scoraggiarci di pregare perché Dio è il nostro giusto giudice e certamente interverrà nel momento opportuno.
6 Or la notte, prima che Erode lo facesse comparire in pubblico, Pietro dormiva in mezzo a due soldati, legato con due catene; e le guardie davanti alla porta custodivano la prigione. 7 Ed ecco, un angelo del Signore sopraggiunse e una luce risplendette nella cella; e, percosso il fianco di Pietro, lo svegliò, dicendo: «Alzati in fretta.». E le catene gli caddero dalle mani. 8 Quindi l’angelo gli disse: «Cingiti e allacciati i sandali». Ed egli fece così. Poi gli disse: «Avvolgiti nel mantello e seguimi». 9 E Pietro, uscito, lo seguiva senza rendersi conto che ciò che gli stava accadendo per mezzo dell’angelo fosse vero; infatti egli pensava di avere una visione. 10 Ora, come oltrepassarono il primo e il secondo posto di guardia, giunsero alla porta di ferro che conduceva in città, ed essa si aprì da sé davanti a loro; e, usciti, percorsero una strada, e all’improvviso l’angelo lo lasciò. 11 Quando rientrò in sé, Pietro disse: «Ora per certo riconosco che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha liberato dalle mani di Erode e ha resa vana tutta l’attesa del popolo dei Giudei». 12 Quando si rese conto della situazione, si recò alla casa di Maria, madre di Giovanni, soprannominato Marco, dove molti fratelli erano radunati e pregavano. 13 Appena Pietro bussò alla porta d’ingresso, una serva di nome Rode si avvicinò cautamente per ascoltare. 14 E, riconosciuta la voce di Pietro, per la gioia non aprì la porta, ma corse dentro e annunziò che Pietro stava davanti all’ingresso. 15 Ma essi le dissero: «Tu vaneggi». Ella però affermava che era così. E quelli dicevano: «È il suo angelo». 16 Pietro intanto continuava a bussare. Or essi, avendo aperto, lo videro e sbigottirono.
Atti 12:6-16
Mentre Pietro era imprigionato, ciò che faceva era riposare, per di più incatenato e nel mezzo a due guardie.
Il punto è che quando ci troviamo in mezzo ai problemi, dovremmo riposare consapevoli del fatto che Dio è al controllo di ogni nostra situazione.
Solo un uomo che ha costruito la sua fede sulla vera roccia cioè Gesù Cristo, è in grado di dormire e riposare anche in mezzo alla tempesta vera e propria. Dobbiamo costruire la nostra fede sulla vera roccia.
Pietro era un uomo di fede. Lui non sapeva che fuori c’era una chiesa che stava pregando per lui ma, comunque lui riposava.
Dio aveva pianificato qualcosa di grande per la vita di Pietro e lui lo sapeva ed aveva riposto tutta la sua fede in Lui solo. Dio ha qualcosa di grande anche per noi.
Andando avanti con lo studio di questi passi, vediamo che ad un certo punto Dio interviene mandando un angelo a Pietro.
L’angelo mandando da Dio libera Pietro dalle catene che lo tenevano legato e lo guida fino alle porte che conducevano alla città, porte che inizialmente erano chiuse ma, che con l’intervento di Dio si sono poi aperte.
Quando c’è una chiesa che prega con grande forza e passione, anche se le porte sono chiuse, ad un certo punto si aprono.
Le nostre preghiere non devono essere preghiere last-minute ma devono essere preghiere come quelle che elevava la chiesa del tempo. Preghiere ferventi e continue.
Se vogliamo entrare in un’altra dimensione di fede che faccia arrivare il sovra-naturale di Dio nel nostro naturale dobbiamo pregare ferventemente e non stancarci mai.
A volte Dio permette determinate situazioni per metterci in ginocchio con la sostanziale differenza che quando è satana a metterci in ginocchio lo fa per distruggerci ma, quando è Dio a metterci in ginocchio lo fa solo per farci rialzare e più forti di prima.
Quella chiesa stava pregando per Pietro intensamente ma, in realtà non sapeva cosa stesse accadendo in quel momento dall’altra parte.
La stessa cosa vale per noi oggi. Quando preghiamo per qualcuno o per qualcosa, non sappiamo cosa sta succedendo ma, anche se non vediamo niente, Dio sta operando, ecco perché non dovremmo mai stancarci di pregare.
Non smettere mai di pregare perché Dio si sta muovendo. Dio liberò Pietro dalla mano di Erode e, la domanda per noi oggi è: “chi è il tuo Erode spirituale? Cos’è che vuole distruggerci? Cos’è che vuole tenerci imprigionati?”.
Qualsiasi cosa sia Dio è potente da liberarci.
Quando Pietro è stato liberato non è andato per la sua strada ma, ha raggiunto la casa in cui la chiesa era riunita a pregare.
Quando Dio ci libera dalle nostre situazioni non possiamo far finta di niente. Quando Dio ti libera vai dove c’è preghiera, vai dove c’è adorazione, vai dove ci sono persone di fede.
Mentre Pietro dormiva la chiesa pregava per lui. Mentre noi riposiamo Dio spinge qualcuno a pregare per noi. Gli angeli di Dio intervengono quando c’è preghiera.
Quando preghiamo possiamo credere che le cose cambiano, è quando invece non c’è preghiera che non ci sarà nemmeno cambiamento.
La preghiera ci avvicina alla vittoria.
Dobbiamo essere pronti a muoverci in un’altra dimensione. Il 2020 sarà un grande anno per la chiesa in Italia, sarà un anno di raccolta ma, noi dobbiamo essere pronti e disposti a muoverci. Quando preghiamo dobbiamo avere fiducia che le porte si aprono.
Se stai pregando da tanto tempo per una determinata situazione, per un lavoro, per una casa o per un bimbo che non arriva, sii consapevole che la porta è aperta.
Quando preghiamo intensamente per situazioni a noi estremamente difficili e diciamo con tutto il nostro cuore: “Dio ti prego non lo permettere.”, gli angeli di Dio si manifestano ed intervengono a nostro favore, le porte si aprono e il Regno di Dio si manifesta come in cielo così anche sulla terra.
Quando le catene si rompono, quando il giogo è spezzato e un figlio di Dio liberato il Regno di Dio è manifesto.
Rode era una serva umile che non è molto conosciuta ma, fu la prima a riconoscere la voce di Pietro e a non dubitare che fosse lui ad aver bussato alla porta dopo la sua liberazione.
Questa donna, che pregava per Pietro da molto tempo, era così familiare alla preghiera e sensibile alla voce di Dio che quando Pietro bussò alla porta le bastò quel suono per capire che quella era la risposta alle sue preghiere.
Lo stesso è per noi: quando siamo consapevoli che Dio è potente da rispondere alle nostre preghiere non importa che vediamo per forza ci basta sentire il suono perché sappiamo già che la nostra risposta è proprio li dietro la porta.
Quando preghiamo dobbiamo essere sensibili nel riconoscere quando è il momento di aprire la porta alla risposta. Abbiamo noi la responsabilità di aprire la porta alla risposta di Dio per la nostra vita.
Quando Gesù viene a bussare alla porta del nostro cuore la responsabilità di aprire è nostra poiché solo se apriamo Lui potrà intervenire e portare il cambiamento di cui abbiamo bisogno.
Dobbiamo riconoscere il suono della risposta di Dio per noi perché ad aprire la porta a quella risposta dobbiamo essere noi.
La fede è azione.