07/12/2025 – Barbara Moscardi
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Dobbiamo entrare nell’idea che tutto ciò che sta accadendo in Africa, in questa missione in cui sono in nostri Pastori, avrà un effetto domino, una reazione a catena che ci coinvolgerà tutti. Dio mi ha messo nel cuore questo in una serata di preghiera, e mi ha detto che questo non è un viaggio in cui andiamo a trovare i nostri fratelli in Kenya, ma è un viaggio che scatena qualcosa. Da bambina non ho mai giocato a domino, quindi sono andata a vedere cosa significa. L’effetto domino è chiamato anche effetto valanga: sono degli eventi che accadono a breve l’uno dall’altro e che ci coinvolgono tutti.
La chiesa Victoria è pronta per questa valanga? Se vi chiedo se siete pronti, sicuramente tutti rispondono di sì, ma c’è una preparazione, una consacrazione che non finisce mai. Gesù vuole insegnarci qualcosa di potente.
36 Allora Gesù andò con loro in un luogo, chiamato Getsemani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». 37 E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e grande angoscia. 38 Allora egli disse loro: «L’anima mia è profondamente triste, fino alla morte; restate qui e vegliate con me». 39 E, andato un poco in avanti, si gettò con la faccia a terra e pregava dicendo: «Padre mio, se è possibile, allontana da me questo calice; tuttavia, non come io voglio, ma come vuoi tu». 40 Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano, e disse a Pietro: «Così non avete potuto vegliare neppure un’ora con me? 41 Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione; poiché lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 42 Si allontanò di nuovo per la seconda volta e pregò, dicendo: «Padre mio, se non è possibile che questo calice si allontani da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà!». 43 Poi, tornato di nuovo, li trovò che dormivano, perché i loro occhi erano appesantiti. 44 E, lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, dicendo le medesime parole. 45 Ritornò poi dai suoi discepoli e disse loro: «Da ora in poi dormite pure e riposatevi; ecco l’ora è giunta e il Figlio dell’uomo è dato nelle mani dei peccatori. 46 Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce è vicino».
Matteo 26:36-46
Qui Gesù sa che a breve dovrà andare sulla croce e si è portato i suoi discepoli più stretti.
Nel v. 41 Gesù dice una cosa potente: “vegliate e pregate”. Vegliate significa: non dormite, prestate attenzione affinché per disattenzione o indolenza giunga una calamità. Per essere consacrati e preparati dobbiamo vegliare e pregare. Gesù dice che la carne è debole. Nell’espressione “carne” è racchiusa sia la mente che le emozioni.
Gesù prova tristezza. La tristezza è un’emozione. Quando Gesù si trova ad affrontare la sua carne, ha dovuto pregare, ha dovuto pregare per affrontare la croce. Qualcuno può pensare che Gesù ce l’ha fatta perché era figlio di Dio, ma non è così: la forza di andare sulla croce non è venuta dal suo status di figlio di Dio, ma dalla preghiera, la preghiera gli ha dato la forza di adempiere alla missione che Gesù aveva.
Qual è la missione di Gesù? La sua storia la sanno tutti: che è venuto sulla terra, che è morto e che è risorto, ma la missione di Gesù è nata molto prima, in genesi. Adamo ed Eva hanno peccato e si sono messi in una situazione bruttissima. Vediamo l’amore di Dio in quanto Dio aveva avvertito Adamo di non toccare quell’albero. Non pensate che Dio abbia punito Adamo ed Eva e per questo sia cattivo, perché Dio ha avvertito con amore cosa non dovevano fare. Come genitori potete capire che quando diciamo ai nostri figli qualcosa lo facciamo con amore, ma non possiamo obbligarli. Così ha fatto Dio. In quella situazione, Dio ha pensato alla soluzione e la soluzione è Gesù Cristo, con sangue e carne. Perché? Questo è un mistero. Gesù, il Re dei re, deve lasciare la sua gloria e si deve incarnare, deve diventare come coloro che vuole salvare. L’unica differenza con noi è che Gesù non ha mai smesso di fare la volontà di Dio. Già a 12 anni vediamo che Maria e Giuseppe trovano Gesù nel tempio e lui dice: “non sapete che devo occuparmi delle cose del padre mio?”.
Gesù vuole portarci a vedere che anche lui era un uomo come noi e come riuscire ad ubbidire alla Parola di Dio; anche Gesù ha dovuto decidere di ubbidire alla Parola di Dio. La preghiera è il culmine di questa decisione.
40 Giunto sul posto, disse loro: «Pregate per non entrare in tentazione». 41 E si allontanò da loro, circa un tiro di sasso e, postosi in ginocchio, pregava, 42 dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia volontà, ma la tua». 43 Allora gli apparve un angelo dal cielo per dargli forza. 44 Ed egli, essendo in agonia, pregava ancor più intensamente; e il suo sudore divenne simile a grumi di sangue che cadevano a terra.
Luca 22:40-44
Nel v. 43 è scritto che apparve un angelo dal cielo per dargli forza. Pensate alla potenza della preghiera, che cosa apre? È venuto un angelo a dargli forza. Questa predicazione dovrebbe farci riflettere a come viviamo nel quotidiano. Ci prendiamo quel tempo per pregare? A volte ci sentiamo senza forza, a maggior ragione dovremo pregare.
C’è stata una decisione, che ha portato Gesù all’ubbidienza e l’ubbidienza lo ha portato alla preghiera.
Con la preghiera apriamo i cieli, con la preghiera permettiamo a Dio di far scendere il Regno di Dio sulla terra, in nostro favore.
Gesù mi ha fatto vedere qualcosa. Il corpo di Gesù e la mente di Gesù, in quel momento nel Gezemani gridavano: “non lo voglio fare!”. Non avevo mai pensato a questo aspetto. Nel v. 42 Gesù chiede al Padre di allontanare da lui quel calice. Il suo corpo e la sua mente gridavano: “non voglio essere torturato, non voglio essere maltrattato, mi calunnieranno, mi feriranno il cuore”. Nel v. 44 dice che il suo sudore divenne sangue, secondo voi perché? C’era un demone che lo schiacciava? No, perché nel deserto vediamo che nessun demone ha potuto toccarlo. Sicuramente ci sarà stata molta oppressione, ma lui ha lottato principalmente con la sua parte 100% uomo, ed ha vinto. Gesù ha vinto con la sua carne perché il suo spirito era forte e questa forza è venuta dalla preghiera. Più il combattimento con sé stesso, con la sua carne e con la sua mente è diventato intenso, più intensamente ha pregato. Il combattimento interno era così forte che ha sudato sangue.
Gesù si è inginocchiato, ha abbassato sé stesso, faccia a terra, e quando ha abbassato sé stesso ha abbassato anche la sua mente e la sua tristezza. Gesù ha cercato per tre volte l’aiuto dei suoi discepoli e non lo ha avuto, ma il bello di Gesù è che non li ha giudicati, gli ha insegnato. Quando vide che dormivano, gli disse: “vegliate e pregate”. Gesù trovò i discepoli che dormivano per la tristezza. Quante volte ci siamo addormentati per la tristezza, invece che pregare? Gesù ci vuole insegnare, ci vuole dire che anche lui è stato in una condizione di grande combattimento personale – non stava combattendo contro il diavolo, combatteva contro sé stesso. Gesù era il figlio di Dio, ma questo non gli ha dato la forza per andare sulla croce. La forza per andare sulla croce, a Gesù, gliel’ha data la preghiera. Sono state le sue ginocchia piegate a fare la differenza.
A volte ci adagiamo troppo sul dire: “io sono un figlio/una figlia di Dio” e basta. Se vogliamo vedere il Regno di Dio nella nostra vita, nella nostra famiglia, dobbiamo inginocchiarci, vegliare e pregare.
Mi è venuta una domanda: “e se perdo comunque di vista Gesù?”, “e se voglio servire ma non ce la faccio?”, “ma sono degno/a? sono idoneo/a? Mi sento così debole!”. A volte, ciò che ci rispondiamo a queste domande sono peggio delle domande: “non riesco a servirti”, “non ho la chiamata”. Non puoi perdere Gesù, a meno che tu non lo rinneghi. Se ami Gesù e sai che sei un figlio di Dio, non lo puoi perdere, anche se brancoli in questi dubbi. I discepoli hanno seguito fisicamente Gesù, ma la verità è che Gesù oggi è con te ed intorno a te sempre.
Appoggiati a ciò che è scritto. Se Dio dice che è con te, è perché è scritto.
5 Tu mi cingi di dietro e davanti e metti la tua mano su di me.
16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo, e nel tuo libro erano già scritti tutti i giorni che erano stati fissati per me, anche se nessuno di essi esisteva ancora.
Salmo 139:5; 16
Dio ci cinge, davanti e dietro. Dio ha rispetto per la nostra propria volontà e non si imporrà mai, ma per noi è così: non siamo noi, è lui che ci segue da prima che noi nascessimo. Anche se non lo vediamo? Cambiamo domanda. Dov’è il tuo sguardo?
11 Ma Maria era rimasta fuori del sepolcro a piangere. E, mentre piangeva, si chinò dentro il sepolcro, 12 e vide due angeli, vestiti di bianco, che sedevano l’uno al capo e l’altro ai piedi del luogo, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13 Essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Ella rispose loro: «Perché hanno portato via il mio Signore, e io non so dove l’abbiano posto». 14 Detto questo, ella si volse indietro e vide Gesù, che stava lì in piedi; ma ella non sapeva che fosse Gesù. 15 Gesù le disse: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Lei, pensando che fosse l’ortolano, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io lo prenderò». 16 Gesù le disse: «Maria!». Ed ella allora, voltandosi, gli disse: «Rabboni!» che significa: Maestro. 17 Gesù le disse: «Non toccarmi, perché non sono ancora salito al Padre mio; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro che io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro». 18 Allora Maria Maddalena andò ad annunziare ai discepoli che aveva visto il Signore, e che lui le aveva detto queste cose.
Giovanni 20:11-18
Qui troviamo Maria Maddalena. Gesù è già stato crocifisso, è morto ed è stato posto nel sepolcro. Maria va lì e piange perché non vede più il corpo di Gesù. Dov’è il tuo sguardo? Fate attenzione al v. 14. Maria si volse indietro e vide Gesù, ma non lo riconosce. Perché? Perché non riconosce Gesù? Maria guardava al sepolcro ed era disperata perché non c’è più il corpo – non è la follia, un sogno od un incubo; è la realtà. Maria è concentrata su quel sepolcro vuoto, su quella situazione. Quante volte siamo concentrate su quella situazione, su quel problema.
Gesù le dice: “donna, perché piangi? Chi cerchi?”. Lui stava dicendo: “cosa cerchi, il mio corpo, per toccarmi ancora?”. Gesù è stato costretto a dirgli: “Maria!”. Immaginatevi la scena. Maria guarda il sepolcro vuoto e poi si gira, vede Gesù, ma la sua mente è al sepolcro vuoto e non lo riconosce, ma al momento che Lui la chiama distoglie lo sguardo dal sepolcro e riconosce Gesù Cristo.
Qui c’è un insegnamento potente. Maria voleva riaggiustare e ricreare la situazione di prima: il corpo nel sepolcro. Finché vogliamo cercare di riaggiustare la situazione non vedremo mai Gesù. Potresti aver perso un marito od una moglie, un lavoro, una casa. Quante volte vorresti che tutto tornasse come prima? Ma Dio ha un altro piano. La situazione non è cambiata, il sepolcro è sempre vuoto, ma si trasforma: Gesù è risorto!
Se guardiamo a ciò che è successo a Maria, le cose cambiano. Non focalizzarti com’era la vita prima di quel problema, perché Dio trasforma.
v. 18, Maria è andata ad annunciare ai discepoli che aveva visto il Signore. Avrà corso a perdifiato per annunciare questo ai discepoli, con una gioia incontenibile. Maria Maddalena ha dato inizio all’effetto domino che ha effetti ancora oggi.
Lo Spirito Santo con questo titolo: “reazione a catena – effetto domino” ci vuole insegnare che c’è qualcosa di potente in atto. Siamo proiettati, come Maria (metti il tuo nome). Questa donna non è stata perfetta perché non riusciva a vedere Gesù, ma ci ha insegnato che, se distogliamo gli occhi dalla situazione e li poggiamo su Gesù, cambia tutto.
Vediti come una tessera del domino. Da sola quella tessera non serve a niente, se cade da sola non succede niente, ma se cade addosso ad un’altra, e ad un’altra ancora si creano dei disegni bellissimi. Insieme, tu puoi far scatenare il fuoco del Regno di Dio su questa terra!
Gesù ci ha fatto vedere il suo esempio di debolezza nella carne, ma anche che la preghiera gli ha dato la forza di portare avanti la missione. Decidi, ubbidisci, prega e voltati.
Puoi non aver ancora conosciuto Gesù, puoi sentirti insignificante come quel tassello del domino, ma se lo accetti entri in quel disegno che ti porta ad essere parte dell’effetto domino.