DIMENSIONE DI GRANDEZZA

Sara Giuliano

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5 Maggio 2024

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05/05/2024 – Barbara Moscardi

Questo messaggio ha toccato me per prima, la Parola non mi stanca mai e mi sorprende sempre.

Perché: “dimensione di grandezza”? perché siamo chiamati a vivere su questa terra la dimensione di grandezza di Dio. Dio, il Padre mio ed il Padre nostro è grande, quindi non può vedere i suoi figli “piccoli”.

Riflettevo su questo titolo perché solitamente il titolo arriva alla fine, mentre questa volta è una delle prime cose che Dio mi ha dato. Quindi sono entrata dentro questa dimensione. Chi di voi che è genitore vede i propri figli piccoli, o che pensa che i propri figli non riescono a fare ciò che lui o lei fa. Credo che ogni genitore pensa che i propri figli faranno qualcosa in più di loro. Sono mamma e so che mia figlia farà più di me. Sono anche nonna e quando vedo la mia nipotina so che farà grandi cose! Facciamo di tutto per aiutarli, affinché riescano a realizzare i loro sogni e soprattutto il sogno di Dio per la loro vita. Se lo facciamo noi che siamo umani, tanto più lo fa Dio che è divino. Lui vede ancora di più in noi questa dimensione di grandezza. Vediamo cosa dice Gesù:

In verità, in verità vi dico: chi crede in me farà anch’egli le opere che io faccio; anzi ne farà di più grandi di queste, perché io vado al Padre.

Giovanni 14:12

Gesù era e sarà grande, come fa a vedere i propri figli piccoli? L’ha detto qui: “farete cose più grandi”. Dio vuole portarci in quella dimensione, quindi non ti vedere piccolo. Spesso però capita che noi ci vediamo tutt’altro che grandi. Ho pensato ad un uomo della Bibbia, a Mosè. Quando pensiamo a lui, pensiamo alle cose imponenti che sono accadute: le piaghe d’Egitto, il mare che si è aperto, la terra promessa. Però, quando Dio lo ha chiamato, che tipo di uomo era Mosè?

7 Poi l’Eterno disse: «Ho certamente visto l’afflizione del mio popolo che è in Egitto e ho udito il suo grido a motivo dei suoi oppressori, poiché conosco le sue sofferenze. 8 Così sono sceso per liberarlo dalla mano degli Egiziani e per farlo salire da quel paese in un paese buono e spazioso, in un paese dove scorre latte e miele, nel luogo dove sono i Cananei, gli Hittei, gli Amorei, i Perezei, gli Hivvei e i Gebusei. 9 Ed ora, ecco il grido dei figli d’Israele è giunto fino a me, ed ho pure visto l’oppressione con cui gli Egiziani li opprimono. 10 Or dunque vieni e io ti manderò dal Faraone perché tu faccia uscire il mio popolo, i figli d’Israele, dall’Egitto». 11 Ma Mosè disse a DIO: «Chi sono io per andare dal Faraone e per far uscire i figli d’Israele dall’Egitto?». 12 DIO disse: «Io sarò con te, e questo sarà per te il segno che io ti ho mandato: Quando avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, voi servirete DIO su questo monte».

Esodo 3:7-12

Nel versetto 11 vediamo che tipo di uomo era Mosè. “Chi sono io?” prima scusa.

Mosè rispose e disse: «Ma ecco, essi non mi crederanno e non ubbidiranno alla mia voce, perché diranno: “L’Eterno non ti è apparso”».

Esodo 4:1

Anche qui vediamo che Mosè non si vede così grande. Seconda scusa.

10 Allora Mosè disse all’Eterno: «Ahimè, Signore, io non sono un parlatore; non lo ero in passato e non lo sono da quando tu hai parlato al tuo servo, poiché sono tardo di parola e di lingua». 11 L’Eterno gli disse: «Chi ha fatto la bocca dell’uomo, o chi rende uno muto, sordo, vedente o cieco? Non sono forse io, l’Eterno? 12 Or dunque va’, e io sarò con la tua bocca e ti insegnerò ciò che dovrai dire». 13 Ma Mosè disse: «Deh! Signore, manda il tuo messaggio per mezzo di chi vorrai!».

Esodo 4:10-13

Terza scusa. Dio gli dice: “quante scuse accampi?”. Ma Mosè insiste. A me è capitato nella vita di dire: no, mandaci un altro, io no. Questo mi ha fatto riflettere, perché Mosè non riusciva ad entrare in quella dimensione di grandezza. Aveva un grande Dio, che gli stava parlando, ma Mosè stava combattendo contro una grande insicurezza. Vi è mai capitato di combattere contro una grande insicurezza?

Mosè si definisce addirittura tardo di parola e di lingua. Quest’uomo è sempre stato così pauroso? Lui era un principe d’Egitto. Penso che tutti conoscono la storia di Mosè, un bambino ebreo che viene messo in un cestino e messo nel Nilo, poi trovato dalla figlia del Faraone e cresciuto nel palazzo del re. Mi sono chiesta chi era questo Mosè, quando era principe d’Egitto. La risposta a questa domanda non l’ho trovata nell’Antico Testamento, ma nel Nuovo.

22 Così Mosè fu istruito in tutta la sapienza degli Egiziani, ed era potente in parole ed opere. 23 Ma, quando giunse all’età di quarant’anni, gli venne in cuore di andare a visitare i suoi fratelli: i figli d’Israele.

Atti 7:22-23

Sono andata a vedere nel greco originale com’è ampliato questo verso. “così mosè fu istruito in egitto in saggezza, abilità, esperto, abile in lettere (tardo di parola?) colto, che sapeva usare piani e mezzi migliori per l’esecuzione di qualcosa, potente in potenza ed influenza, coraggioso, capace di dirigere ed insegnare, che lavora con impegno”. Non è il Mosè che trovo in esodo!

Ho trovato un’altra cosa interessante e curiosa. Da una testata giornalistica ho letto che uno storico ebreo, Giuseppe Flavio, vissuto nel I secolo DC, nei suoi scritti ha affermato che Mosè era come generale in una guerra contro l’Etiopia. Le fonti di questo sono in documenti egizi nella biblioteca di Alessandria che successivamente è bruciata, quindi questi documenti si sono persi. Dice che gli Etiopi invasero l’Egitto ed in questo contesto, il Faraone fece Mosè generale.

Rileggete Atti 7:22, ed anche il 23. Non parla di Mosè che libera l’Egitto, ma di prima. Questa storia detta da Giuseppe Flavio non può essere verificata, ma mi piace immaginarmi Mosè, principe, generale, un uomo che non ha dubbi. Se ricordate la storia, nel tentativo di difendere un uomo del suo popolo, uccide un egiziano. Un uomo audace che fa un errore. Per difendere i propri fratelli ebrei uccide un egiziano e poi cerca di riappacificare due uomini che litigano. Sicuramente si era messo nel cuore di liberare il suo popolo – era un principe d’Egitto. Pensava di far questo con le sue forze umane. Il suo popolo però lo respinge. In questo momento non poteva essere ebreo, perché il suo popolo non lo voleva, ma non poteva più essere neanche egiziano, perché il Faraone non lo voleva più. Penso che quest’uomo abbia avuto una grande crisi d’identità. Vi è mai capitato? A me si, tanti anni fa, ma in questa crisi ho conosciuto Gesù ed è passata proprio perché Lui mi ha salvata.

Può capitare di essere una persona, ma poi gli avvenimenti della vita ti portano a cambiare. Quest’uomo valoroso ed audace diventa un uomo pauroso. Forse eri un uomo fiducioso che poi è stato tradito, così sei diventato sospettoso. Oppure eri una persona audace ma hai fallito, così non ti butti più e forse le persone ti criticano per questo, ma non sanno cosa ti è successo. Forse eri generoso, ma qualcuno si è approfittato di te – non solo a livello economico, ma anche a livello di tempo ed energie. Oppure eri sincero e sei stato accusato ingiustamente. Tutto questo crea una scorza e quindi la paura di fallire ti fa vedere piccolo ed incapace. Questo è ciò che è accaduto a Mosè. Forse lui dice: “tardo di parola e di lingua”, dice: “non mi crederanno e non mi ascolteranno” per il fallimento di tanti anni prima, quando quei due ebrei gli dissero: “cosa vuoi da noi?”.

In questa crisi di identità, Mosè fugge nel deserto.

Cosa succede nel deserto? Dio si mostra a lui. Dio non ha mai perso di vista la vita di Mosè. Sicuramente non è stato un caso che Mosè si è trovato al pozzo con le figlie del sacerdote di Madian. Sappiamo che poi lui sposerà una di queste ragazze e diventerà pastore. Nel deserto, Mosè imparerà il carattere del buon pastore. Dopo 40 anni Dio lo chiama ad una svolta e Mosè dovrà fare una scelta: ubbidire a Dio e coinvolgerlo completamente nella costruzione del suo destino, oppure no. Se tu non coinvolgi Dio nel tuo destino, Lui non lo può costruire per te. Sei tu che devi scegliere. Mosè ha avuto paura, ma ha scelto Dio e dal rovo in poi vediamo la trasformazione di quest’uomo. Da audace a pauroso e da pauroso a servo di Dio.

Cosa ha trasformato Mosè? Stare alla presenza di Dio, ubbidire, fidarsi. Questo lo ha portato a vivere nella dimensione di grandezza di Dio. è stato facile? No, lo vediamo nella Scrittura. Ci sono state avversità, ma dopo che ha detto sì a Dio non è più quel Mosè pauroso.

6 L’Eterno quindi disse: «Ascoltate ora le mie parole! Se vi è tra di voi un profeta, io, l’Eterno, mi faccio conoscere a lui in visione, parlo con lui in sogno. 7 Ma non così con il mio servo Mosè, che è fedele in tutta la mia casa. 8 Con lui io parlo faccia a faccia, facendomi vedere, e non con detti oscuri; ed egli contempla la sembianza dell’Eterno. Perché dunque non avete temuto di parlare contro il mio servo, contro Mosè?».

Numeri 12:6-8

Questo è il modo in cui Dio descrive Mosè. C’è una traduzione che dice: Egli è l’uomo di fiducia di tutta la mia casa. Guardate cosa dice Dio. Chi è che non vorrebbe che dicesse di noi questo? “Egli è l’uomo di fiducia nella mia casa”. Ma Dio lo dice di noi!

E Mosè fu veramente fedele nella casa di Dio come servo, per testimoniare delle cose che dovevano essere dette.

Ebrei 3:5

Un’altra traduzione dice: Colui che adempie i doveri affidatigli da Dio per testimoniare delle cose che dovevano essere dette.

Quali cose dovevano essere dette? Beh, qualcuno pensa che Mosè è stato punito, perché non è entrato nella terra promessa, ma si sbagliano. Mosè ha avuto una ricompensa grandissima. Mosè ha visto l’adempimento della Pasqua. Chi ha istituito la Pasqua? Chi ha dato tutte le direttive per la Pasqua? È stato proprio Mosè.

28 Or avvenne che circa otto giorni dopo questi discorsi, egli prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte per pregare. 29 E mentre egli pregava, l’aspetto del suo volto cambiò e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30 Ed ecco, due uomini parlavano con lui; essi erano Mosè ed Elia, 31 i quali, apparsi in gloria, parlavano della sua dipartita che stava per compiersi a Gerusalemme.

Luca 9:28-31

Chi c’era il giorno della trasfigurazione di Gesù? C’era Mosè. Vi rendete conto? Quindi nessuno mi può venire a dire che non è stato premiato. Lui è colui che ha fatto macchiare le porte con il sangue dell’agnello, e poi si ritrova sulla terra a parlare con Gesù di ciò che sarebbe stata nella croce.

Mosè è stato un grande servo. La misura di un figlio di Dio si misura col servizio.

La misura di Dio racchiude l’infinito. Non ha limiti. Dio è l’Eterno e l’eternità non ha limiti.

Entra in quella dimensione di grandezza. Non sai cosa fare? Servi il Signore. Mosè stava servendo il Signore. Quando era nel deserto, Mosè non si sentiva più ebreo, né egiziano, ma Dio gli ha restituito un’identità forte.

Ho portato l’esempio di un grande uomo, è vero, ma ci sono altri esempi di persone nascosti nelle righe della Bibbia, che umanamente possono sembrare insignificanti, ma che tu hai portato ad una dimensione di grandezza. Ho chiesto a Dio di mostrarmeli e la prima persona che mi è venuta alla mente è la vedova che ha fatto l’offerta nel tempio.

41 E Gesù, postosi a sedere di fronte alla cassa del tesoro, osservava come la gente vi gettava il denaro; e tanti ricchi ne gettavano molto. 42 Venuta una povera vedova, vi gettò due spiccioli, cioè un quadrante. 43 E Gesù, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità vi dico che questa povera vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44 Poiché tutti vi hanno gettato del loro superfluo, mentre ella, nella sua povertà, vi ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

Marco 12:41-44

Per molti questa donna sarà stata considerata una poveraccia. Potresti pensare che è stata un’incosciente, che aveva solo quello e l’ha dato a Dio. Però lì c’era Gesù e l’ha vista. Ancora oggi parliamo di questa donna! Non credo che questa donna sia passata di lì e abbia gettato nel tesoro del tempio quello che aveva. No, penso che a casa lei ha pregato, si è allineata alla Parola che probabilmente è stata Malachia 3:10 – mettetemi alla prova [..] e non avrete posto in cui riporla – sicuramente lei si è allineata a questa parola, ha detto: ok, io ho questo e do questo, e sicuramente lei è entrata in una benedizione senza misura.

Un altro esempio che mi è venuto in mente è Anna, la moglie di Elkana, la madre del profeta Samuele. Questa donna non poteva avere figli, era sterile, e al tempo la sterilità era una cosa grave perché i figli erano importantissimi, erano una benedizione, e non poterli fare voleva dire essere una nullità. Erano passati anni dal suo matrimonio, sicuramente aveva il desiderio di avere figli e, affranta, pregò Dio dicendo che se Lui gli avesse dato la gioia di diventare madre, lo avrebbe dato a Dio.

Ho letto che probabilmente questo bambino aveva 4 anni quando sua madre l’ha portato al tempio per lasciarlo al servizio a Dio. Io sono mamma, sono nonna e la mia nipotina ha 4 anni. Sicuramente non è stato facile, ma questa donna è stata fedele.

18 Ma Samuele prestava servizio davanti all’Eterno, anche se ancora fanciullo, ed era cinto di un efod di lino. 19 Sua madre gli faceva una piccola veste e gliela portava ogni anno quando saliva con suo marito a offrire il sacrificio annuale. 20 Eli allora benediceva Elkanah e sua moglie, dicendo: «L’Eterno ti dia altri figli da questa donna, per la richiesta da lei fatta all’Eterno!». Poi essi tornavano a casa loro. 21 Così l’Eterno visitò Anna, ed ella concepì e diede alla luce tre figli e due figlie. Intanto il fanciullo Samuele cresceva presso l’Eterno.

1 Samuele 2:18-21

Quindi questo bambino era piccolino, perché è scritto: “una piccola veste”.

Ora, pensate che Anna si aspettasse una benedizione così grande? Avere altri 5 figli? Anna non sapeva che questo bambino sarebbe diventato il grande profeta Samuele; allora il sacerdozio passava di padre in figlio. Questa donna si è fidata di Dio e Lui gli ha dato 6 figli. Benedizione senza limiti!

Quest’altra storia è proprio nascosta. Ho trovato questa sfumatura anni fa, ma ogni volta Dio me la fa vedere in un modo diverso.

1 Or Naaman, capo dell’esercito del re di Siria, era un uomo grande e altamente stimato agli occhi del suo signore, perché per mezzo suo l’Eterno aveva dato vittoria alla Siria; ma quest’uomo forte e valoroso era lebbroso. 2 Or alcune bande di Siri in una razzìa avevano portato via come prigioniera dal paese d’Israele una piccola fanciulla, che era finita al servizio della moglie di Naaman. 3 Ella disse alla sua padrona: «Se il mio signore potesse andare dal profeta che è in Samaria, certamente egli lo libererebbe dalla sua lebbra!».

II Re 5:1-3

Questa bambinetta – è scritto: una piccola fanciulla – me la immagino di 11 o 12 anni, era schiava in un paese straniera. Il suo padrone, che era un generale, aveva la lebbra. Avrebbe potuto pensare: “ma che ascolteranno me?”. Vi è mai successo di pensarlo? Eppure no. Parlate! Giovani, parlate. Questa ragazzina avrà pensato: “lo dico o non lo dico? Sono piccina, sono una schiava”, eppure lei è andata ed ha parlato, perché credeva ad un Dio potente, potentissimo. Tanto che il re dice a Naaman: “va”. Noi sappiamo la storia, quest’uomo è stato guarito. Quando Naaman è tornato a casa cosa avrà fatto per questa ragazzina? Benedizione senza limiti.

Quando tu apri la tua bocca e permetti al Regno di Dio di uscire, tu permetti a Dio di operare senza misura! Quando apriamo la nostra bocca al Regno di Dio, o quando facciamo qualcosa che dà sfogo al Regno di Dio, tu permetti a Dio di operare senza misura, ed è lì che viene la dimensione di grandezza.

Queste persone avevano in comune cose importanti: ubbidienza, fiducia, fedeltà, amore per Dio ed amore per il prossimo e sicuramente tutto questo li ha portati a quella dimensione di grandezza di Dio.

Sei pronto? Sei pronto ad entrare in quella dimensione di grandezza che Dio ha preparato per te?

Questo messaggio è per i figli di Dio, ma se tu non sei figlio di Dio, se sei rimasto toccato, ricorda che c’è una dimensione di grandezza preparata per ognuno di noi su questa terra. In questa dimensione di grandezza, però, si acquisisce con un passo, con un sì, accettando Gesù come Signore e Salvatore della propria vita.

Fai questa preghiera: “Padre, in questa mattina riconosco come mio Signore e Salvatore Gesù Cristo. Mi pento e ti chiedo perdono per i miei peccati. Riempimi di Spirito Santo e fammi entrare in quella dimensione di grandezza che tu hai preparato per me. Nel nome di Gesù. Amen”.

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