IL NOSTRO PENSIERO ALLO STANDARD DI DIO – (7) ROMPERE LE CATENE DELLA VERGONA

Sara Giuliano

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13 Aprile 2025

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13/04/2025 – Pastore Riccardo Bianchi

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Oggi ricordiamo in tutto il mondo l’ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme. Gesù è stato accolto dal popolo stendendo mantelli e palme davanti a lui, gli stessi che forse hanno chiesto la liberazione di Barabba. Il Re si preparava a fare uno scambio, a darsi al posto nostro, a causa dei nostri peccati. Gesù è morto e risorto e ci ha permesso di vivere in vittoria. A volte ci sono situazioni difficili, ma Gesù ci ha dato vittoria.

Ora dunque non vi è alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù, i quali non camminano secondo la carne ma secondo lo Spirito.

Romani 8:1

Non c’è condanna per coloro che sono nell’Unto, perché così come è Lui, tali siamo noi. Dovrebbe essere così, ma ci sono delle cose che potrebbero condizionarci e fare in modo che le cose non siano così.

Oggi voglio trattare qualcosa di profondo: rompere le catene della vergogna.

Avete mai sperimentato la vergogna? La povertà potrebbe essere una vergogna, oppure sei un campione del peccato e non ne stai parlando perché è imbarazzante. Davanti a Dio tutto è palese – non ci sono cose nascoste – ma spesso le persone vivono condizionati dalla vergogna. Può esserci la vergona “istituzionale”, per cose che per lo stato sono un crimine, oppure una vergona “morale”, avete mai sentito la frase: “ma non ti vergogni?”. Potrebbe esserci una vergona per non aver studiato, o perché i tuoi parenti ti fanno continuamente ricordare i tuoi errori passati.

Il concetto di vergogna del cielo è differente.

La vergogna è un blocco all’unzione.

Siamo cristiani, ovvero coloro che seguono le orme del maestro. L’avete mai fatto in spiaggia o sulla neve, di camminare sulle orme di qualcun altro? Fai conto che Gesù Cristo è davanti a te e segna le impronte e tu devi camminare su quelle orme, senza lasciarne altre.

C’è una vergogna lasciata dal nostro passato, dalla famiglia, dal luogo in cui vivi. Non lasciare che il tuo passato ti condizioni. Oppure ti paragoni con gli altri. I figli degli altri passano con duemila e lode e tuo figlio boccia. Non lo fare; ognuno ha il suo percorso.

Ci sono eventi che portano vergogna su un’intera nazione, a causa di guerre o altri eventi. Le persone hanno bisogno di credere in qualcosa, ma la verità è che dobbiamo credere in Dio. Lo dico per gli intercessori, ci può essere una vergogna che copre un’intera area e impedisce al vangelo di entrare.

La vergogna va affrontata. Forse ti senti inferiore perché non hai una laurea o perché vieni da una famiglia di disastrati. Non vergognarti, sii orgoglioso perché ora hai Cristo.

La vergogna non affrontata dà un diritto al diavolo per entrare, non sarai pronto a ricevere da Dio perché non ti senti all’altezza. Devi sapere che, quando interviene Dio, le cose cambiano. Non dare più il diritto al nemico di essere nella tua vita, sii un cristiano vero. Quello che è accaduto sulla croce non è un fatto storico: è per te, credici.

La vergogna porta i cristiani a vivere ancora schiacciati dal proprio passato. Magari hai rubato dal portafoglio dei tuoi genitori o hai rotto il vetro ad una macchina. Oppure ti vergogni di alcuni pensieri. Lo dico per gli intercessori, Esdra si è identificato nei peccati degli altri per pregare per questo, dicendo: “Signore, abbiamo peccato”. Questo ha permesso all’unzione di distruggere ogni giogo! Il giogo è spezzato, ma a volte i nostri pensieri permettono al giogo di ricostruirsi. Per questo devi rinnovare la tua mente.

Esdra 9 spiega come Esdra ha interceduto per la sua nazione. Donne e uomini che pregate, sappiate che potete pregare per una nazione intera. Potete pregare prendendo quella situazione come se fosse vostra: “Signore, abbiamo peccato, liberaci”.

Se vuoi avere successo devi sapere che il nemico è stato sconfitto e, se ha ancora una voce nella tua vita, è perché gli è permesso. Romani 8:1 dice che non c’è alcuna condanna per coloro che sono in Cristo, quindi stai attento ai tuoi pensieri. Se hai dei pensieri intimi che non dici a nessuno, cose che stanno tormentando la tua vita e che ti danno ancora angoscia, oggi è il giorno di lasciare queste cose, oggi è il giorno per risolvere questo problema!

La vergogna per un Pastore potrebbe essere che la chiesa non cresce o che non ha ancora raggiunto alcuni territori. Poi magari vai in giro per l’Italia e le persone ti riconoscono e ti dicono che ti stanno seguendo, perché la tua influenza è più grande di quella che pensi.

Gesù ha dovuto affrontare la vergogna. Gesù è stato offeso, picchiato, non è stato creduto, è stato massacrato di botte. Uno che non aveva la natura divina, sarebbe morto molto prima, ma doveva adempiere una missione. L’hanno massacrato perché era odiato, perché era il Re dei giudei.

I farisei accusarono Gesù Cristo di varie cose. Le persone spesso si sentono offese, senza considerare che l’offesa è una porta aperta al nemico.

Essi risposero e gli dissero: «Sei forse anche tu Galileo? Ricerca le Scritture e vedrai che dalla Galilea non sorse mai alcun profeta».

Giovanni 7:52

I farisei hanno spesso cercato di ucciderlo, hanno preso le pietre, ma Gesù è passato in mezzo a loro e non l’hanno potuto toccare. Perché? Perché non era il tempo. Dio è più grande di quello che possiamo pensare; dobbiamo allineare la nostra vita al cielo.

Gli stavano dicendo che dalla galilea non è mai venuto niente di buono, come poteva essere lui il Re? Allora tu da quale palazzo di Prato vieni? Da quale strada di Firenze vieni? Forse è una vergogna? Eppure, i religiosi consideravano Nazareth una città povera, senza una ricchezza tale da poter produrre un re! Dio, però, prende le cose umili per sbugiardare le grandi. Gesù non è nato in un palazzo con piscina, neppure in un hotel: è nato in una mangiatoia! Non pensare a chi eri, pensa a chi sei, perché colui che è in te è più grande di colui che è nel mondo.

Non so da che famiglia vieni, ma anche Gesù è stato disprezzato per la sua famiglia di origine. Non so che lavoro fai, ma anche Gesù è stato disprezzato per il suo lavoro. Gesù è dovuto scappare da Betlemme perché lo volevano uccidere, quindi è stato un fuggitivo, un emigrato, poi è tornato e quindi era un immigrato. Gesù ha vissuto ogni cosa che noi potremo vivere, in modo che possiamo identificarci con lui in ogni aspetto della nostra vita.

Parliamo di nascita. Gesù è nato da una donna che è rimasta incinta per opera dello Spirito Santo. Maria poteva essere lapidata per questo, perché chi avrebbe creduto che era rimasta incinta da vergine? Gesù non portava questa vergogna, ma ha portato le nostre.

Perciò essi gli dissero: «Noi non siamo nati da fornicazione; noi abbiamo un solo Padre: Dio».

Giovanni 8:41b

Stavano accusando Gesù di essere figlio di una fornicazione! Questa è un’offesa pesante. Avete mai sentito dire: “non si sa neanche chi è suo padre?”; è una cosa brutta da dire. Potrebbe essere vero, ma il sangue di Gesù copre anche questo. Gesù ha subito questa vergogna.

Allora i Giudei gli risposero e gli dissero: «Non diciamo con ragione che sei un Samaritano e che hai un demone?».

Giovanni 8:48

Hanno detto a Gesù che era un samaritano. Gli hanno detto che aveva un demone! Gli ebrei odiavano i samaritani, quindi dire ad una persona “sei un samaritano” era un’offesa.

Non so quali offese hai subito nella tua vita, ma Gesù è stato offeso pesantemente, più volte.

Egli è venuto in casa sua, e i suoi non lo hanno ricevuto.

Giovanni 1:11

Non hanno riconosciuto Gesù, non lo hanno ricevuto. A volte non sei accettato in alcuni ambienti e questo ti porta vergogna, ma ricorda che anche Gesù ha subito questo.

Giovanni ha riconosciuto Gesù perché Dio gli aveva detto che quando avrei visto lo Spirito Santo scendere su una persona, lui sarebbe stato l’unto, il Cristo. Non l’ha riconosciuto perché erano parenti, ma perché Dio glielo aveva detto.

Sapete qual è la genealogia di Gesù? Nella sua genealogia c’è anche una prostituta. Forse hai fatto questo mestiere o forse da giovane ti sei dato al troppo libertinaggio e ne hai vergogna, ma il sangue di Gesù può purificarti.

Agisci contro la tua vergogna, riconoscila e confessala – questo è l’inizio per la guarigione.

Davanti a te ho riconosciuto il mio peccato, non ho coperto la mia iniquità. Ho detto: «Confesserò le mie trasgressioni all’Eterno», e tu hai perdonato l’iniquità del mio peccato.

Salmo 32:5

Raab, la prostituta, è stata innestata in una nuova nazione, in un nuovo regno, in una stirpe eletta, divina. La scrittura ci dice che siamo stati catapultati nel Suo Regno, che sei una stirpe eletta, un sacerdozio santo.

5 Salmon generò Booz da Rahab; Booz generò Obed da Ruth; Obed generò Iesse. 6 Iesse generò il re Davide.

Matteo 1:5-6a

Raab è indicata come la madre di Boaz, che sposò Ruth, dal cui matrimonio nacque Obed, che genero Iesse, ovvero il padre di Davide! Nella genealogia di Gesù, c’è stata una prostituta che è stata redenta e fatta entrare nel Regno di Dio. Non so qual è la tua posizione, ma so cosa Dio può fare! Devi credere a quello che Dio ti ha detto. Ognuna di queste persone ha fatto qualcosa, ma non si sono fatti schiacciare dalla vergogna. Affronta la vergogna e spezzane le catene. Questo è il tempo di riconoscere i propri sbagli ed entrare in quella vita abbondante che Gesù è morto per darti. Gesù ha preso su di sé la tua vergogna.

Paolo è stato partecipe di assassini contro i cristiani. Ci ricordiamo dell’apostolo Paolo come una persona meravigliosa, ma da dove viene? Saulo teneva i mantelli a coloro che lapidarono Stefano, il primo martire per Cristo. Credo che, quando Saulo ha sentito la voce di Gesù sulla via di Damasco, si è ricordato di tutto questo. Saulo ha fatto qualcosa di tremendo, ha torturato i cristiani fino a fargli rinnegare Gesù – e i primi cristiani erano ferventi. Forse oggi alla prima martellata cederemo.

Questa predicazione è rivolta a tutti coloro che vogliono servire Cristo. Questo non può avvenire se non hai una relazione forte con Lui, intima. Devi rimanere in contatto con Dio in ogni situazione della vita. Devi ascoltare la voce di Dio, seguirlo, servirlo. Per poter stare in una posizione del genere, hai bisogno dello Spirito Santo. Paolo non è stato fermo, intenzionalmente ha parlato dei suoi problemi e li ha affrontati.

26 Io dunque corro, ma non in modo incerto; così combatto, ma non come battendo l’aria; 27 anzi disciplino il mio corpo e lo riduco in servitù perché, dopo aver predicato agli altri, non sia io stesso riprovato.

I Corinzi 9:26-27

Questo versetto è indicativo per ognuno di noi. Quante volte è successo di predicare agli altri e poi tornare a casa e fare peggio di coloro a cui stavi predicando? Paolo stava dicendo che disciplinava il suo corpo.

Leggiamo questo versetto in altre versioni.

Mi sottopongo a dei sacrifici come un atleta e tengo il mio corpo a disciplina, per paura di essere squalificato e messo da parte proprio io, che ho iscritto gli altri alla gara.

I Corinzi 9:27 – Versione 2

A volte le persone, perché hanno commesso dei peccati, si sentono squalificati perché hanno vergogna, ma sappi che Dio ha rimosso questa vergogna. Devi essere in Cristo, e questo è intenzionale. Paolo diceva: ho commesso dei peccati, ma non mi arrendo, mi vengono dei pensieri ma mi disciplino perché, se insegno agli altri di non fare certe cose io stesso non le devo fare.

Devi avere quest’attitudine ferrea, altrimenti i peccati si possono ripresentare.

Stai attento nel giudizio perché ho visto persone alle quali si sono presentate nella vita le stesse situazioni che avevano giudicato – ma questa non era la volontà di Dio.

Ma come un pugile, io mi faccio carico del mio corpo, lo maneggio con prudenza, lo disciplino con le difficoltà.

I Corinzi 9:27a – Versione 3

Quando fai un allenamento tosto per il pugilato, all’inizio non hai fiato e le braccia ti fanno male, ma se vuoi arrivare ad un certo livello devi saper tenere alta la guardia, devi saper menare. Sentirai i crampi e la stanchezza quando tornerai a casa. Ma io disciplino la mia vita anche se è tosta, perché non voglio tornare ad essere l’uomo vecchio.

Dopo aver annunciato il vangelo agli altri, io stesso diventi inadatto [non regga la prova] e sia respinto, come se fossi una contraffazione.

I Corinzi 9:27b – Versione 3

Ti sei mai sentito contraffatto perché non hai mantenuto il tuo standard? A volte vogliamo mantenere lo standard cristiano senza avere una vita consacrata a Cristo. Senza lo Spirito Santo, il governatore del Regno di Dio, avrai poche chance. Con la tua forza, con la tua abilità, prima o poi paghi dazio, ma in Lui – in Cristo, nell’unzione – tu puoi.

Corro la gara con determinazione.

I Corinzi 9:26a – Versione 4

Le persone vengono da noi e sono diffidenti quando diciamo di essere cristiani. Vengono con la diffidenza, non con la determinazione. Vengono con il pensiero che è qualcosa di sbagliato. Questa è una fortezza! Vengono, ci studiano al microscopio, ma poi vedono che quello che diciamo è la verità; il Regno di Dio è vero.

Non sono un pugile ombra, combatto davvero!

I Corinzi 9:26b – Versione 4

L’apostolo Paolo diceva: non combatto come contro l’aria, combatto davvero, perché so dove dirigere le mie preghiere. Non combattere nella confusione, nell’incertezza, ma combatti il buon combattimento. Non farti ingannare, perché il senso di squalifica viene dal nemico.

Sono il padrone più severo del mio corpo, per paura che dopo aver predicato agli altri io stesso venga squalificato.

I Corinzi 9:27 – Versione 4

Tante persone parlano di squalifica. Peccano, tornano indietro e si sentono squalificate. A Gesù hanno detto: “figlio della fornicazione”! forse nella tua genealogia c’è una Raab, ma se è entrato il sangue di Gesù ha cambiato quella genealogia. Non sentirti squalificato.

Non so voi, ma io sto correndo a perdifiato per il traguardo.

I Corinzi 9:26a – Versione 5

Quanti di voi hanno mai corso? Magari volevi correre per 45 minuti ma dopo 17 non ne puoi più. Continua, perché devi rompere il fiato! E una volta che hai rotto il fiato – il giogo – è tutto più semplice, e ce la fai. Quando abbatti il limite, prendi fiducia, perché a volte pensi di non farcela ma ce la fai e scopri che c’è di più.

Rimango vigile ed in ottima forma.

I Corinzi 9:27 – Versione 5

Queste sono alcune informazioni che ho visto in questo versetto, che l’apostolo Paolo stava cercando di trasmetterci.

Dio ci ha chiamati, ci ha scelti ed è questo che fa la differenza. Avere una vita di santità ti permette di rimanere in quella dimensione della fede. Stai credendo che Dio lo può fare? Ci sono situazioni in cui Dio chiama uomini e donne al ministero che non si sentono qualificati per questa chiamata, proprio a causa di questo background. Vediamo che molti nella scrittura hanno fatto la differenza anche se non si sentivano qualificati per ciò a cui Dio li aveva chiamati, magari come qualcuno di noi si sente. Qualcuno si sente squalificato, certo, il nemico vuole farti sentire (e rimanere) squalificato, ma l’apostolo Paolo ci dice: io combatto per non sentirmi squalificato, combatto perché non voglio essere squalificato. Combatto perché ho un nemico e quello che voglio fare non faccio, mentre quello che non voglio fare faccio. C’era un problema dentro di lui, come c’è un problema dentro di noi e va affrontato. L’unzione di Dio fa la differenza, la debolezza naturale non impedisce l’unzione di Dio!

Anche se unto re, io sono ancora debole, mentre questi uomini, i figli di Tseruiah, sono troppo forti per me. Ripaghi l’Eterno il malvagio secondo la sua malvagità.

2 Samuele 3:39

Si sentiva debole, ma rimase nella sua posizione. La scrittura ci esorta a dire, quando siamo deboli: “io sono forte”. Un’altra versione dice: “io ho della forza”. Questa confessione fa la differenza perché permetti a colui che è in te di uscire da te.

È come l’olio prezioso sparso sul capo, che scende sulla barba di Aaronne, che scende fino all’orlo delle sue vesti.

Salmo 133:2

L’unità del corpo porta l’unzione. Lavora per l’unità, perché l’unità porta l’unzione! Quando il nemico vuole portare confusione, porta divisione. L’unità è paragonata all’unzione.

Se non ti senti di svolgere un servizio per la chiesa, lavora per l’unità del corpo, della chiesa. Questo lo puoi fare.

Ci sono cose che ci sembrano così difficili! Ci sono persone che sono alla quinta o alla settima generazione di pastori. Nascono e già parlano in lingue! Io partivo dalla settima generazione di peccatori! Dio cambia le storie! Non vergognarti perché vieni da una famiglia semplice o perché non hai studiato. Il pastore Mascia aveva 4 in inglese, e in 5 mesi lo ha imparato. In seconda il prete a religione mi buttava fuori appena entrava in classe e in pagella avevo scritto: “l’alunno non mostra interesse per la materia”. Chi avrebbe scommesso su di me, che diventassi un pastore? Nessuno! Ma Dio aveva un piano diverso per la mia vita.

14 Allora Amos rispose e disse ad Amatsiah: «Io non ero profeta né figlio di profeti, ma ero un mandriano e coltivavo i sicomori. 15 L’Eterno mi prese da dietro al gregge, e l’Eterno mi disse: “Va’, profetizza al mio popolo d’Israele”.

Amos 7:14-15

Amos non era un ministro, era un mandriano ed un agricoltore, ma c’è stato qualcosa nella sua vita che ha fatto la differenza.

Vi ricorda un po’ Davide? L’unzione ti rende capace di fare cose grandi; appoggiati sulla potenza dello Spirito Santo oggi come non mai! Qual è la tua chiamata? Ti sembra difficile? Ti sembra troppo grande? Dio è capace di prendere le cose semplici e renderle straordinarie. Ti vergogni? Dio, quando unge, ti rende capace di fare.

Amos non veniva da una generazione di profeti, ma è stato preso dal gregge da Dio ed è diventato un profeta. Questo è scritto nella Bibbia e tutto ciò che è scritto nella Bibbia è importante. Dio ti prende e ti chiama, poi tu devi metterci la tua intenzionalità e l’unzione fa il resto. Metti il tuo sì davanti a Dio e permetti all’unzione di fluire in te.

L’unzione è legata alla santità, ci dice la scrittura. L’unzione spezza i gioghi e porta libertà a coloro che erano prigionieri. Gesù ha detto che era stato unto per liberare i prigionieri – Gesù ha avuto bisogno dell’unzione, così ne abbiamo bisogno noi. I nostri pensieri naturali devono essere rinnovati da quelli divini. Come Dio ha liberato una prostituta, libererà anche la tua vita.

Che cada ogni giogo di ogni pensiero di vergogna, nel nome di Gesù Cristo. Che ci sia libertà nel popolo di Dio! Se proprio non ti senti di fare cose grandi ed avventurose – come fondare chiese, predicare o stare nella lode – semplicemente lavora per l’unità, che porta l’unzione. Preghiamo gli uni gli altri, edifichiamoci gli uni gli altri; questo è il Regno di Dio.

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